Paula Bloom “la regina del creato”, nasce nel 1963 tra gli smaglianti monti dell’Alto Adige.
Rimasta orfana di entrambi i genitori in tenera età, affida la sua vita alla bontà delle persone che incontra sulla sua strada, per ricevere nutrimento per il corpo e un pò di affetto per l’anima, ma soprattutto al grande amore della nonna alla quale resterà legata per la vita; sola per tutta la vita in mezzo a cento persone “ma come un’onda tra le altre onde sarò sempre Sola”, così scrive di se stessa.
Sarà questo triste sentimento che accompagnerà la poetessa nel cammino della vita. Pur avendo una bella famiglia, la tristezza e la solitudine le vivono accanto come “fiore alla terra”, forse la tipica tristezza tzigana o la perenne malinconia dei poeti che contribuiscono alla nascita delle più belle poesie di Paula.
Una poetessa semplice, linguaggio chiaro al di là di ogni manierismo letterario o critiche che intacchino la verginità dei suo sentimenti e pensieri, che ora, in questo piccolo libro di poesie, esplode in purezza ed esaltazione di sentimenti, natura, sapori, cose semplici e colore. Il tutto diventa poesia raccontata da un’anima semplice capace solo di profonde passioni e rispetto per l’intero creato.
“Tengo la luna in una mano e il sole nell’altra” questo dice di sé Paula.
E’ chiara la fusione completa con la natura della quale essa è profondamente innamorata ed è presente in mille forme nelle sue poesie. Dopo aver letto le poesie di Paula Bloom basta guardarsi attorno per sentire bruciare nell’anima l’essenza delle cose, la solitudine delle rose addormentate, la serenità delle canzoni del fiume, la voce inquietante del vento che batte e graffia alle finestre ed il sussurro delle ombre di fantasmi e angeli bianchi negli angoli della vita.
“Paula Bloom abbraccia tutto il mondo” del suo popolo, che lentamente scompare nelle nebbie delle grandi città, portando nell’oblio la sua secolare cultura, la musica, i colori degli abiti e la loro lingua.
La poetessa però non si rassegna, continuerà la sua silenziosa guerra con la penna fino a quando il mondo non ascolterà la voce della “speranza” che illumina il suo tenace ed appassionato cuore.
P. Antonio Santini