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“Un foglio bianco, un lembo un po' ripiegato. Una luce radente vi disegna ombre ignote, con cromatismi via via diversi, come se volesse riprodurre l'universo circostante, riflettendolo nel suo divenire di tonalità digradanti, ora nell’infinito sfumanti, ora interrotte da cesure bordi intagli nericanti”. Inizia così, quasi con un balbettìo ritmato, il viaggio disperato di un artista postmoderno che, nell’ansia smodata di affermare se stesso, finisce per diventare la vittima della società nella quale vive.
In due racconti talvolta laceranti l’autore tenta di descrivere la superficiale disperazione dell’uomo contemporaneo, con uno stile di scrittura sperimentale che sembra divenire la cifra più caratterizzante della sua opera letteraria.