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In questi ultimi giorni si sono aggravati i problemi del debito che affliggono il mercato immobiliare cinese dopo il default di un’altra agenzia immobiliare causato dalle sue obbligazioni e dopo che Evergrande, il gruppo immobiliare più fortemente indebitato al mondo, ha protratto per un secondo giorno la sospensione delle sue azioni senza dare spiegazioni. Il settore immobiliare privato cinese è ora composto da società "zombie" proprio come il 15-20% delle società nelle principali economie capitaliste. La domanda ora è se le autorità cinesi consentiranno a queste aziende di fallire.
Il vero problema è che negli ultimi dieci anni (e anche prima) i leader cinesi hanno permesso una massiccia espansione degli investimenti improduttivi e speculativi da parte del settore capitalistico dell'economia. Nel tentativo di costruire abbastanza case e infrastrutture per la popolazione urbana in forte aumento, il governo centrale e quello locale hanno lasciato il lavoro ai gruppi privati. Quando in Cina rallentano gli investimenti nel settore capitalista, e di conseguenza rallenta o diminuisce la crescita dei profitti, interviene il settore statale.
Ciò che occorre non è un'ulteriore espansione del settore dei consumi aprendoli al "libero mercato", ma investimenti statali in tecnologia per stimolare l’aumento della produttività. Inoltre che gli investimenti del settore statale vengano diretti verso obiettivi ambientali e lontano dall'espansione incontrollata delle industrie di combustibili fossili che emettono carbonio.