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Dai primi approcci fenomenologici del giovane Sartre al tema dell’“Ego” fino alle riflessioni dello strutturalismo maturo la “questione del soggetto” è stata una delle pagine più significative della filosofia francese del Novecento. È stata, in ultima analisi, una lunga e serrata discussione attorno all’eredità del “Cogito cartesiano”, che per secoli aveva dominato il pensiero francese. Dopo la rivoluzione introdotta da Marx e da Freud, il primato dell’idea sull’essere e la stessa identità tra ragione ed autocoscienza, che di questo “Cogito” costituivano il nucleo centrale, non potevano più essere accolti nella loro pretesa evidenza. Si trattava di riprendere la questione dalle fondamenta, di ripensarla con un diverso bagaglio di categorie ed una diversa consapevolezza storica.
Il testo pubblicato nel 1982 dalla casa editrice Seuil con il titolo “Théorie du sujet” ripercorre il ciclo di lezioni che Badiou tenne su questo tema lungo un arco di tempo molto lungo, dal gennaio 1975 al giugno 1979. In quegli “anni rossi” Badiou, affascinato dall’esperienza filosofica e politica del maoismo, si scelse come compagni di strada privilegiati Hegel e Lacan, indicato ripetutamente come “il nostro Hegel”, “l’Hegel del nostro tempo”. Lo scopo era quello di costruire una nuova “teoria del soggetto” che fosse coerente con quella rifondazione del materialismo storico e dell’impegno rivoluzionario che i tempi richiedevano.
In queste lezioni, come nell’opera più nota L’essere e l’evento pubblicata pochi anni dopo, gli fu fedele compagno di strada l’altro “grande dialettico francese contemporaneo”, l’amato poeta Stéphane Mallarmé.