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Ciò che vi è di più terribile nella comunicazione è il suo lato incosciente. PIERRE BOURDIEU
Proprio quando la democrazia e la libertà sembrano trionfare in un pianeta ampiamente liberato dai regimi autoritari, le censure e le manipolazioni, sotto aspetti diversi, ritornano paradossalmente in forze. Nuovi e seducenti tipi di “oppio delle masse” tentano di proporre il “migliore dei mondi”, distraggono i cittadini e li distolgono dall’azione civica. In questa nuova era di alienazione, nell’ora della world culture e dei messaggi planetari, le tecnologie della comunicazione rivestono un ruolo ideologico sempre più centrale. La promessa della felicità viene ormai formulata dalla comunicazione, con il conseguente e illimitato proliferare degli strumenti sui quali essa si basa, il cui punto d’arrivo totale, globale e trionfale è Internet. Ci dicono che più comunicheremo più la nostra società sarà armoniosa e più noi saremo felici. La comunicazione che è stata a lungo il sinonimo di liberazione attraverso la diffusione del sapere e della conoscenza, rivela oggi un nuovo volto: divenuta ideologia oppressiva del “tutto-comunicazione” – grande superstizione moderna – essa sembra avere raggiunto e superato il suo zenit per entrare in un’era in cui tutte le sue qualità potrebbero trasformarsi in difetti, le sue virtù in vizi…