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La “Modesta proposta” di Yanis Varoufakis, Stuart Holland e James K. Galbraith, come l’omonimo pamphlet satirico di Jonathan Swift del 1729, vuole dare un salutare scrollone a un’Europa che per inerzia si sta frammentando e, per effetto delle politiche finanziarie inconcludenti e della crisi iniziata negli Stati Uniti nel 2008, è sempre più polarizzata tra Stati centrali, che producono più surplus di quanto ne riescano a reinvestire localmente, e Stati della periferia che accumulano più deficit di quanto se ne possano permettere, mentre inondano il mercato di titoli del debito pubblico che turbinano in una spirale suicida di interessi passivi crescenti.
A questo si aggiunge che i flussi di capitali tendono sempre più a prosciugare le risorse finanziarie dei paesi più deboli e con rating sfavorevoli per riversarle nei titoli obbligazionari e nei depositi bancari dei paesi più ricchi.
Finora le istituzioni finanziarie europee e internazionali sono state in grado di reagire a questo processo di feedback positivo, che porta dritto verso un'Europa a due velocità, solo con misure palliative e richiedendo ai Paesi della periferia più rigore e più austerità, senza tuttavia mettere mano alle leve che potrebbero veramente invertire la tendenza in atto.
Questa “Modesta proposta” si articola su quattro livelli (bancario, finanziario, degli investimenti, delle politiche sociali) e indica un cammino comune per responsabilizzare i soggetti che operano sulla scena economica e finanziaria europea, utilizzare al meglio le istituzioni esistenti (la Banca centrale europea, la Banca europea degli investimenti, il Fondo d’investimento europeo e il Meccanismo di stabilità europeo), stimolare la ripresa senza che questo debba pesare sui contribuenti dei paesi delle plusvalenze e ricompattare la coesione europea in vista di una futura Unione bancaria e di un’Unione federale che possano fare finalmente dell’Europa un soggetto forte e determinato a salvaguardare la pace e a promuovere la giustizia sociale.