Non ci sono libri nel tuo carrello.
0 Libri | €0,00 |
Definiamo «collasso» della società globalizzata contemporanea quel processo per il quale i bisogni di base (acqua, alimentazione, alloggio, abbigliamento, energia, mobilità, sicurezza) non sono più forniti alla maggioranza della popolazione attraverso dei servizi regolati dalla legge. Nella scia dei lavori di Joseph Tainter, Jared Diamond, John Michael Greer Ugo Bardi et François Roddier, è possibile disegnare i contorni del collasso in qualche tratto.
• La destratificazione: le società regionali (europee, americane) stratificate sulla base di classe, sesso, etnia e altri fattori, diventano più omogenee, più egualitarie.
• La despecializzazione: il numero d’impieghi specializzati diminuisce; gli individui, i gruppi, i territori diventano più multifunzionali.
• La decomplessificazione: le quantità e la diversità degli scambi d’informazioni, servizi e merci si riducono.
• La destrutturazione: le istituzioni centrali diventano più deboli o impotenti, i modi di vita locali più autonomi.
• Lo spopolamento: la densità delle popolazioni diminuisce.
La tesi sostenuta in queste pagine è che la società globalizzata si trova sulla via del collasso sotto l’effetto di diversi fattori propri alla globalizzazione e al produttivismo: un rinforzamento reciproco fra diversi tipi di declino – delle risorse, del capitale e dei rifiuti. La questione centrale che ci domanderemo qui di seguito è: il collasso sarà lento (spalmato su uno o due secoli)? O sarà rapido (su uno o due decenni)? Catabolico (lento) o catastrofico (rapido)?