Sergio Bologna (Trieste, 1937). Frequenta il Liceo “Petrarca”, s’iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Trieste ma si laurea alla Statale di Milano in storia dopo un soggiorno di studio a Magonza. Già da studente inizia la sua attività di traduttore (volume Musica del Dizionario Tascabile Feltrinelli-Fischer, L’anima e le forme di G. Lukacs, Resistenza e resa di D. Bonhoeffer, I russi a Berlino di E. Kuby, Nazionalsocialismo. Documenti di W. Hofer). Nel 1961 entra a far parte della cerchia dei “Quaderni Rossi”, nel 1964 è tra i fondatori di “Classe Operaia”, negli stessi anni inizia la lunga collaborazione con i “Quaderni piacentini”. La sua tesi di laurea è pubblicata da Feltrinelli nel 1967 con il titolo La chiesa confessante sotto il nazismo, 1933-1936. Fa una breve ma significativa esperienza aziendale presso la Direzione Pubblicità e Stampa dell’Olivetti, suoi colleghi sono Franco Fortini e Giovanni Giudici, è il copy writer della divisione elettronica. Si licenzia ed ottiene un incarico all’Università di Trento, dove ricopre anche il ruolo di supplente del suo maestro Umberto Segre. Dal 1967 si dedica completamente alla militanza nei movimenti di protesta, è a Parigi durante il maggio francese, al ritorno scrive con Giairo Daghini per i “Quaderni Piacentini” il saggio Maggio 68 in Francia, che sarà ristampato nel 2008 da Derive&Approdi e tradotto in francese e spagnolo nel 2018. Con Toni Negri e alcuni leader studenteschi fonda nel 1969 “La Classe” e trascorre a Torino alle porte della Fiat tutto il periodo delle lotte autonome che precedono l’autunno caldo. Nel settembre 1969 esce il primo numero di “Potere Operaio” con il suo editoriale. Grazie a Toni Negri ottiene un incarico all’Università di Padova, dove insegnerà sino al 1982. Gli anni 70 rappresentano il periodo più ricco della sua attività di storico, di analista politico e di pubblicista. Fonda e dirige la rivista “Primo Maggio”, assieme a Negri dirige la collana “Materiali marxisti” di Feltrinelli, dove vengono pubblicati dei testi importanti per la storia dell’operaismo, come Operai e Stato, L’operaio multinazionale e Crisi e organizzazione operaia, dove è contenuto il suo saggio sulla moneta in Marx ripubblicato da Derive&Approdi nel 2013 nel volume Banche e crisi. Dal petrolio al container. Entra nella redazione di “Sapere” diretta da Giulio Maccacaro. Abbandonato dopo un anno Potere Operaio, di cui non condivide lo stile organizzativo e la strategia, si mette al servizio di gruppi operai autonomi che portano avanti strategie rivendicative originali, spesso in contrasto con il sindacato. Nasce così il suo ininterrotto sodalizio con i portuali genovesi, i “camalli”. E’ il primo docente a introdurre all’Università i corsi delle 150 ore. Gli anni 80 portano una forte rottura nella sua esistenza: invitato come visiting professor dall’Università di Brema, accetta senza aspettare il consenso della Facoltà d’appartenenza; viene così sospeso dall’insegnamento a Padova, perdendo in tal modo la possibilità di entrare di ruolo ope legis in base alla riforma che sarebbe stata approvata di lì a poco. Terminato l’incarico a Brema, si trasferisce a Parigi con l’intenzione di trovare una nuova sistemazione accademica, ma non gli riesce e rientra in Italia dove inizia una fortunata carriera di professionista indipendente, specializzato in consulenze su problematiche marittimo-portuali. Raggiunge l’apice di questa carriera quando viene nominato responsabile del settore merci e logistica del Piano Generale dei Trasporti e della Logistica negli anni 1999-2001 coi Ministri Burlando, Treu e Bersani. Per breve tempo è Vicepresidente dell’Associazione Italiana di logistica e dal 2004 socio onorario dell’Associazione di logistica tedesca. Per più di vent’anni è consulente del CNEL, delle Ferrovie dello Stato, redige Piani regionali dei trasporti, è chiamato a prestare le sue conoscenze ad organismi internazionali, fa parte della delegazioni italiana in visita di stato in Cina nel 2006, redige piani regolatori e strategie di marketing di diversi porti italiani e business plan per piccoli armatori. Malgrado quest’attività intensa, riesce a non interrompere la sua attività di ricercatore, che consiste in primo luogo nella produzione in lingua tedesca come redattore della rivista “1999. Zeitschrift für die Sozialgeschichte des XX. und XXI. Jahrhundertes“. Nel 1991 fonda la rivista “Altre ragioni” con Franco Fortini, Michele Ranchetti, Edoarda Masi, Giovanni Cesareo e alcuni più giovani intellettuali e ricercatori, un’esperienza breve alla quale segue quella ben più significativa di Lumhi (Libera Università di Milano e del suo Hinterland). E’ in quest’ambito che scrive il saggio Nazismo e classe operaia (ristampato da Shake Edizioni nel 2018) ed i due saggi sul lavoro autonomo pubblicati nel volume di Feltrinelli Il lavoro autonomo di seconda generazione. Scenari del postfordismo in Italia (1997). Prende avvio in tal modo l’ultima fase di attività di ricerca sul mondo del lavoro che, scaturita dalla riflessione sulla propria nuova condizione di professionista a partita Iva, avrà dei risvolti organizzativi e di attivismo sindacale nell’Associazione Consulenti Terziario Avanzato (ACTA), di cui scrive il Manifesto programmatico. Strettamente intrecciate con quest’attività sono le sue pubblicazioni, Ceti medi senza futuro? Scritti e appunti sul lavoro e altro (Derive&Approdi, 2007) e Vita da Freelance con Dario Banfi (Feltrineli, 2011). I suoi contributi più significativi su questa tematica vengono tradotti in inglese e raccolti nel volume The Rise of European Self-employed Workforce (Mimesis, 2017), mentre dall’esperienza di consulente nel settore marittimo-portuale provengono i suoi scritti Le Multinazionali del mare, pubblicato nel 2010 dalla casa editrice dell’Università Bocconi, Banche e crisi. Dal petrolio al container (Derive&Approdi, 2013) e Tempesta perfetta sui mari (Derive&Approdi, 2016).
Dal 2015 ricopre l’incarico di Presidente dell’Agenzia Imprenditoriale Operatori Marittimi (A.I.O.M.) di Trieste.