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“La responsabilità sociale del filosofo” è un abbozzo dell’etica che Lukács non arrivò mai a scrivere. Questo saggio fu pubblicato per la prima volta dopo la morte del filosofo, e non si ha completa certezza riguardo al momento in cui fu composto, probabilmente dovrebbe essere datato agli anni Cinquanta. Non esiste un’etica marxista e Lukács continua ad essere l’unico filosofo di orientamento marxista che abbia tentato una definizione di questa sfera del pensiero umano. L’etica marxista dovrebbe prestare maggiore attenzione al punto di vista hegeliano, e comprendere che, quando l’uomo agisce, necessariamente abbandona l’ambito dell’etica ed entra in quello della vita quotidiana. Engels fu anche il primo a formulare il problema della responsabilità storico-sociale, sostenendo che l’uomo agisce a partire dalle proprie condizioni sociali. Lenin arriva a sostenere che, sotto il socialismo, gli uomini troveranno le condizioni per realizzare i propri interessi individuali. Ogni comportamento etico è soggettivo, nella misura in cui parte dalle convinzioni e intenzioni dell’autore e delle circostanze sotto le quali costui agisce. Solo successivamente questa azione entra in relazione con altri esseri umani, o con altre azioni soggettive di altri esseri umani, e arriva a costituire una universalità. La responsabilità sociale dell’azione umana nasce dalla sintesi tra intenzione e conseguenze, ma su questo punto è importante il problema della conoscenza anticipata delle conseguenze possibili dell’azione posta in movimento dall’intenzione. La conoscenza si trova sempre condizionata storicamente e socialmente, e non è identica al calcolo delle conseguenze, bensì supera questo calcolo. Questo livello superiore coincide con quell’astuzia della ragione che definisce l’orizzonte dentro il quale si può parlare di responsabilità in senso etico.