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La trasgressione intellettuale
è ciò che ci rende umani,
è la radice profonda della scienza.
Tecnologia e scienza si sovrappongono. Un eccesso di tecnologia potrebbe farci dimenticare perché si tenta di perseguire la conoscenza. Questo saggio esprime dubbi e certezze al riguardo. Una lunga pratica di genetica molecolare mi ha rese chiare le difficoltà nel comprendere la natura più nascosta della vita; e, messe a fuoco in questo quadro generale, le difficoltà che si hanno quando ci si domanda: cosa ci rende davvero umani?
Per delineare alcune risposte, ho fatto ricorso al mio interesse per il pensiero antico e ad alcune nozioni di genetica e di fisica contemporanea. Il discorso si rivolge a Pandora, a colei che, aprendo il Vaso, ha lasciato sfuggire le nostre domande. E a quei ricercatori che non si accontentano mai completamente dei risultati dei loro esperimenti e dei loro calcoli.
Un giorno Pandora aprì il Vaso. Da quel momento, abbiamo dovuto cominciare a lavorare, ci siamo ritrovati ad essere artisti e scienziati. Da quel momento, siamo diventati umani. Ma chi? Perché? Quando? Come? Dove? Innanzitutto è meglio rendersi conto che, dal momento in cui Pandora ha aperto il Vaso ad oggi, non siamo andati molto lontano.
Mai l’intelletto mio si distaccò dalla scienza,
pochi segreti ci sono che ancor non mi son disvelati,
e notte e giorno ho pensato per lunghi settantadue anni,
e l’unica cosa che seppi è che mai nulla ho saputo.
(Quartina #93)