LE OMBRE DEL LAVORO SFRUTTATO

Studi e ricerche sulle forme di sfruttamento lavorativo in Italia e in particolare nella Regione Toscana

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Formato: 135x210, 224 pagine / Novembre, 2020 / ISBN: 9788893131964
A cura di: 
Andrea Cagioni

Mettendo a confronto e in dialogo teoria e ricerca empirica, lo studio mostra la complessità, la diffusione e le ambivalenze del lavoro sfruttato.

Sul piano teorico, il lavoro sfruttato viene indagato approfondendo i concetti di grave sfruttamento lavorativo e di caporalato. Attraverso l’analisi di diversi tipi di dati e di fonti si mettono in luce le tendenze recenti, le dimensioni e le caratteristiche del lavoro sfruttato in Italia, anche in relazione alle conseguenze della pandemia di Covid-19. Al tempo stesso lo studio approfondisce le caratteristiche dei lavoratori e delle lavoratrici oggetto di grave sfruttamento, indicando strumenti, interventi e percorsi di tutela. La ricerca, effettuata in tre province toscane (Lucca, Siena e Grosseto), mostra come il caporalato e le altre forme di sfruttamento lavorativo non siano affatto fenomeni residuali, specifici di contesti territoriali e produttivi arretrati. Utilizzando la voce diretta dei lavoratori e dei testimoni intervistati, la ricerca fornisce una fotografia in movimento del lavoro sfruttato in molti settori, dall’agricoltura alla logistica, dalla ristorazione all’assistenza alla persona. Ne emerge uno spaccato del lavoro contemporaneo in Toscana fatto da poca luce e tante ombre, e in cui i confini fra diritti formali, diritti effettivi e sfruttamento sono spesso confusi. I casi descritti rendono evidente come il sistema di sfruttamento non riguardi solo la dimensione economica del rapporto di lavoro, ma si connetta ad abusi della condizione di bisogno e di vulnerabilità del lavoratore, e a gravi rischi per la sua sicurezza e salute.

Lo scorso 20 febbraio al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali è stato approvato il primo Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2020-2022). Partendo da una mappatura del fenomeno, del quadro istituzionale e delle politiche in atto, il piano ha individuato una strategia di medio-lungo periodo incentrata su quattro assi: prevenzione, vigilanza e contrasto, protezione e assistenza, reintegrazione socio-lavorativa. Il Piano ha affrontato soprattutto le problematiche di attuabilità delle norme, ma ha lasciato sullo sfondo le altre criticità: sono state sostanzialmente trascurate le questioni relative alle politiche dell’immigrazione e dell’accoglienza, alle politiche generali del mercato del lavoro e del welfare, alle politiche anti-mafia, alle politiche di filiera necessarie per limitare il potere dei soggetti economici forti di comprimere in maniera insostenibile il reddito dei loro fornitori e, a catena, il costo del lavoro. Inoltre, la crisi economico-sociale causata dall’emergenza Covid-19 richiede un significativo aggiornamento del Piano: il rischio è che una certa classe imprenditoriale – o sarebbe meglio chiamarla padronale – voglia recuperare i livelli di reddito perduti a causa del lockdown e delle persistenti misure di sicurezza intensificando lo sfruttamento.

A fronte di questo rischio, occorre come minimo legare i contributi pubblici alla ripresa al pieno e certificato rispetto dei diritti del lavoro. E occorre che il persistente blocco nelle assunzioni di ispettori INPS e INAIL venga superato, e che anche gli organici dell’INL vengano adeguatamente potenziati.

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