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Usiamo spesso categorie spaziali per collocare pensieri, opinioni, e anche giudizi e pregiudizi. Così il Sud diventa un contenitore indifferenziato nel quale, come accade nel nostro Paese, mettere molte cose e molte cianfrusaglie. Il Sud sfuma nelle ambiguità dei significati, non solo perché il sud è di per sé indefinito, ma perché raccoglie anche umori e malumori del Nord, anch'esso egualmente indefinito.
Il testo porta il Sud al suo umanesimo di base, ai suoi drammi, alle sue avventure e disavventure personali, sociali, istituzionali. Un certo Sud, prevalentemente quello della Lucania. Una regione studiata dagli antropologi, celebrata per alcuni luoghi speciali come i Sassi di Matera, visitata per i suoi due mari di Maratea e di Metaponto, dotata di paesaggi ancora non contaminati, costellata di villaggi montani in declino, chiusa tra regioni forti come la Campania, la Puglia e la Calabria. Patria di Orazio, è una regione dopotutto ancora remota in un Meridione che conserva un suo mistero e sintomi di alterità storica. Carlo Levi passò in Lucania gli anni del suo confino, della Lucania scrisse nel suo Cristo si è fermato ad Eboli, dipinse volti rudi e scavati in uno scenario di miseria e sofferenza. Oggi la Lucania propone alle cronache la contraddizione del petrolio.
La scrittura in formato di lettera è aspra e lieve nello stesso tempo; e non rinuncia all'allegoria, all'ironia e al sarcasmo, come anche al paradosso e alla parodia: modi comunicativi non convenzionali che si insinuano alternativamente nella normalità apparente del discorso, sollevano domande e invitano talvolta a sorridere, non senza amarezza e qualche speranza.