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Il libro è un diario, anno per anno dal 1972 al 1992, della cronaca politica di Trieste e della Regione ricordando le proposte e le iniziative del Partito Socialista Italiano.
Vengono richiamati gli appuntamenti più importanti di quel periodo: i Congressi del PSI, i nomi dei candidati e degli amministratori socialisti, la struttura locale del partito nelle sue diverse correnti tenendo presente la dinamica dei rapporti politici nelle amministrazioni locali e nella società fra i diversi gruppi che, in quel periodo, erano presenti in città e in regione.
Rivendica i meriti di alcune scelte: fra i tanti il no alla centrale a carbone nella Valle delle Noghere e al deposito di GPL, la realizzazione dell’Area di Ricerca e del Sincrotrone, l’avvio della pedonalizzazione del centro città e la ristrutturazione dei teatri.
Ricorda anche le sconfitte: non essere riusciti a riqualificare il Porto Vecchio, bloccati dai veti di comunisti, Lista e parte della DC che ne difendevano ancora la funzione portuale e i motivi della mancata costruzione della nuova sede delle Assicurazioni Generali.
Vengono messi in luce gli scontri e le alleanze con il PCI, la Democrazia Cristiana e la Lista per Trieste ed i diversi esponenti di quei movimenti.
Il Diario è preceduto da un dialogo fra l’autore e un suo amico, Gianni Ventura, che è stato anche lui, negli anni dell’Università, socialista e che ha ritrovato, dopo il 1993, nella comune professione di avvocato.
Nel ricordo emergono giudizi, fatti inediti, retroscena e valutazioni del passato; discutono sulle proposte programmatiche del PSI, e, senza reticenze, sui successi e sugli errori compiuti dal partito.
Riflettono assieme, dopo la fine della “Prima Repubblica” sulle prospettive di un’area riformista, tutta da costruire,che credibilmente possa offrire un’alternativa al “sovranismo” che sta permeando l’opinione pubblica.
L’ultima parte è una “provocazione”. L’autore ha posto una domanda: “se nel 1991, dopo la caduta del Muro di Berlino, il PSI non avesse continuato a scegliere l’alleanza con la DC ma fosse stato il protagonista di una nuova aggregazione “riformista” avrebbe potuto essere diversa l’evoluzione politica italiana?”.
Hanno risposto, ognuno con il suo punto di vista: Gennaro Acquaviva, Luigi Covatta, Mauro Del Bue, Giulio Di Donato, Giusi La Ganga, Biagio Marzo, , Saverio Zavettieri che negli anni ’80 sono stati dirigenti nazionali di primo piano del partito.