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Vendere. Vendere e ancora vendere. E consumare, consumare, far levitare le cifre del portafoglio. A qualsiasi prezzo, senza preoccuparti di chi ne farà le spese. E intanto rimanda, rimanda... Farò domani, concluderò domani, ti vedrò domani. Ma esiste domani? O è solo una promessa? Un voltar pagina che si compie senza prestare un minimo d'attenzione? La vita vola via con velocità inaudita, mentre sera dopo sera te ne ritorni a casa con lo stomaco in rivolta e l'ansia nel cuore dopo aver tentato di spennare l'ennesimo gonzo. Domani e domani, quanti ne hanno parlato, si dimentica facilmente quel che conta. “Ti procurerai il pane con il sudore della fronte e partorirai nel dolore.” Ma è davvero fondamentale quella filosofia del lavoro per la quale è lecito annichilire e inquinare un mondo?
Capita poi che il destino colpisca proprio te! E allora, avrai ancora un domani? Puoi rimandare ancora quel che ti serve veramente? Forse Tito l'ha capito per un pelo e, assieme a un amico, coglie una scintilla di luce alla vigilia di un santo giorno, aiutandolo a rovistare tra le ragnatele di zucchero dei ricordi. Le piccole gioie, l'epifania di un istante, sono illuminazioni che aiutano a riflettere e a esistere, mentre il mondo continua a sopportare rapacità e numeri che pesano su tante povere vite, le vie di fuga si riducono lungo un pianeta avvilito dall'ingordigia di chi progetta i tuoi giorni con rapacità scientifica. Tra venditori e ciarlatani, schermi intermittenti e telefonini urlanti, liberismo sfrenato e vangeli demoniaci, imboccare la strada maestra diventa un esercizio di attenzione di cui è difficile conoscere l'esito. Ma c'è ancora tempo...