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Lo smascheramento delle falsificazioni, la revoca dell’errore, la critica dei suoi presupposti e dei suoi effetti perversi, è l’unico pathos che i cercatori della verità rivendicano. La verità non si uniforma a regole, non si sottopone a leggi, a specie e generi, non si confonde con la doxa, non cessa di disturbare i pensieri del benpensante. In quanto creazione, mette in questione, lavora una materia, fa saltare le gerarchie degli essenti, modifica gli assetti e rovescia i concetti. Tutto ciò disloca la filosofia, ossia la lotta per la verità, in un territorio di frontiera, in un corpo a corpo con le innumerevoli fenomenologie dell’errore e del falso, con lo spaccio delle facili verità e della verità che semplifica, ma anche della verità che, per costituzione, è più fragile della menzogna e meno pervasiva. La menzogna interseca invece i suoi doppi, (manipolazione, copia, simulacro, falsa coscienza) che la rendono invasiva e dilagante, nelle forme della vita individuale e sociale. A differenza della verità che ama esporsi, la menzogna “ama nascondersi”: è un’arma che rientra nel fodero, come il silenzio di Jago dopo che questi ha colpito nel segno.
Impossibile, nella situazione attuale, in cui la menzogna è la condizione normale dei rapporti sociali e gli stessi atti del soggetto sono permeati di illusioni, inganni, false percezioni di sé, avanzare l’istanza classica di una confutazione delle proposizioni sofistiche. Se è vero, come affermavano gli antichi, che la confusione tra realtà e apparenza si determina a causa di una «certa somiglianza» (Aristotele, Confutazioni sofistiche, 164 a, 25) tra di esse, la difficoltà della confutazione, a causa della proliferazione delle forme dell’apparente e del falso, fa leva sulla difficoltà di identificare e definire l’identità del vero. La proliferazione dei messaggi, dei discorsi, delle opinioni, simili al vero, ma false, o delle azioni e dei segni né veri né falsi, non rende possibile una linea netta di demarcazione tra vero e falso. Si pensi al mentire come atto intenzionale, come specifica forma dell’agire politico e agli effetti devastanti che la menzogna può produrre in una democrazia.