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Per molti aspetti gli Stati Uniti sono un paese eccezionale. Eccezionale per la storia: mentre gli altri grandi stati del mondo hanno alle spalle un lungo passato spesso millenario, gli Stati Uniti esistono solo da due secoli; ancora oggi sono guidati dalla giovinezza, dal dinamismo, dall’immigrazione. Eccezionale per la geografia: rispetto alle altre potenze che gravitano in seno alla massa “eurasiatica”, gli Stati Uniti si trovano in una condizione d’insularità. Eccezionale anche per i valori: gli Stati Uniti non hanno inventato né la libertà, né la democrazia, né il parlamentarismo, né i diritti umani; eppure hanno fatto trionfare nel mondo gli ideali della democrazia liberale, all’interno di una visione messianica e quasi religiosa, che per esempio ha spinto Madeleine Albright a parlare di una “nazione indispensabile”. Eccezionale infine per la potenza, al punto che Hubert Védrine, ex ministro degli Esteri francese (1997-2002), li ha definiti come un’“iperpotenza”.
La politica estera di un paese talmente eccezionale non può che essere singolare. La sua storia si combina con la storia della potenza americana e la sua “irresistibile” ascesa. Talvolta gli Stati Uniti hanno sperimentato dei rovesci, ma è proprio da essi, e dal loro isolazionismo, che sono venute le principali resistenze al loro coinvolgimento negli affari mondiali. La prima parte di quest’opera, storica, espone questa costante dialettica tra impegno e resistenza, sottolineata da date simboliche che rappresentano altrettante svolte: 1823, 1898, 1917, 1941, 1947, 1990, 2001.
La seconda parte, analitica, studia i meccanismi di spinta della politica estera americana: determinanti interne, capacità, strategie. Gli storici ci mostrano spesso che se gli uomini fanno la storia in funzione dei propri interessi, delle propie ambizioni e passioni, tuttavia agiscono secondo schemi mentali, strutture e rapporti di forza che ne determinano le possibilità. Di fronte a un’Europa che ha ormai alle spalle la sua epoca gloriosa (ma anche disonorevole) di centro della storia mondiale, oggi sono gli Stati Uniti a “fare la storia”. La politica estera americana si combina sempre più con la potenza, ed è questo fatto a renderla al tempo stesso più interessante e imprevedibile.