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Uno dei primi sintomi dell’infezione da Covid-19 è quello di sentirsi il respiro mancare. Ciò significa che così noi siamo colpiti nella prestazione più naturale e spontanea del nostro organismo: nell’azione che, in ogni momento, viene da noi compiuta automaticamente e senza neanche pensarci. Ma proprio questo è il punto: ciò che avveniva nello spazio della più vitale libertà, ora deve essere protetto, tenuto sotto controllo, messo a distanza dagli altri, esercitato in modo da interrompere quel flusso onnipervasivo di energia che, esplicandosi senza sosta, ci tiene interconnessi agli altri e all’ambiente che ci circonda. È così che il respiro, da fenomeno di cui, fin qui, sapevamo solo lo stretto indispensabile, è diventato un oggetto che necessita di una riflessione più approfondita, tale che, enucleandone criticamente i diversi aspetti, ci porti a prendere coscienza del fatto che in esso giunge ad espressione uno dei diritti umani universali e più elementari.