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Come si vive a Trieste nel 1972? L’economia in forte crescita negli anni precedenti pare vivere un periodo di eclissi, nonostante il porto e l’oleodotto da poco terminato. Sporadici i reati: qualche rissa, numerosi incidenti stradali, gli studenti in fermento, episodi di ubriachezza, un delitto passionale ogni tanto. È solo il passato a riemergere con forza, inquietante e violento, nel clima di quegli anni plumbei. S’inizia con un attentato, una bomba a mano viene lanciata contro due trafficanti di jeans slavi. Poi i ritrovamenti di arsenali di armi nascosti forse da decenni. D’improvviso una prima rapina a un istituto bancario di un gruppo di uomini che indossando una divisa militare sparano, poi un secondo colpo in un ufficio postale: questa volta i responsabili sono travestiti con le vecchie divise della polizia militare americana; quindi lo sgozzamento di due giovani slave nei pressi del mercato di Ponterosso. Le forze dell’ordine sono il subbuglio; se il primo caso sembrava risolto identificando una specie di matto, adesso le cose si complicano e di parecchio. Viene trasferito dalla scuola di polizia di San Giovanni alla squadra Mobile un investigatore bolognese (già presente in altri romanzi degli autori) finito lì per punizione. L’intuizione del brigadiere Capitani nell’occuparsi delle rapine è che tra i possibili criminali vi siano elementi con un’esperienza militare o della stessa polizia. La scoperta che nella lapide all’ingresso della Questura di Trieste ci siano, tra i gli uomini caduti in servizio, individui dispersi o con una dichiarazione di morte presunta o addirittura poco prima in servizio, lo porta a rivangare alcuni processi avvenuti nel primo dopoguerra, da quello della Corte d’Assise dei componenti della Banda Collotti a quello della foiba Plutone. Si tratterà di incrociare i dati e scoprire cose che, all’apparenza morte e sepolte, in realtà non lo sono affatto, rispetto alla liberazione di Trieste e al breve periodo dell’occupazione titina, prima che la città sia divisa tra le due zone di competenza, la zona A e la zona B. Durante le elezioni, un’altra bomba a mano è scagliata in una cabina telefonica. In agosto l’attentato all’oleodotto, poi la rivolta nel carcere del Coroneo e una nuova rapina della banda a un furgone portavalori. Tra il brancolare nel buio delle indagini, si accende uno spiraglio che porterà alla conclusione.