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La finanziarizzazione e la sua variante digitale dirigono in Occidente i processi di accumulazione del capitale. All’interno dell’egemonia più che trentennale delle oligarchie finanziarie, si è realizzato un immane trasferimento di ricchezza dalla classe lavoratrice e dalle classi subalterne a favore della rendita. Questa grande rapina, esito della contro-rivoluzione neoliberista, ha determinato la precarizzazione e la svalorizzazione del lavoro, come mostra in modo esemplare il caso italiano.
Le logiche e gli interessi del capitalismo finanziario e digitale, rafforzati dalla crisi sistemica del 2008 e dalla pandemia, sono essenziali per comprendere le gerarchie di potere contemporanee.
Si impone con urgenza una transizione sistemica, possibile a partire dalla convergenza di temi, pratiche e obiettivi: pianificazione, aumento dei salari, proprietà collettiva dei dati, reddito di base, socializzazione del lavoro riproduttivo. Un nuovo tempo della cura è necessario, per rovesciare il dominio del capitale in liberazione.